giovedì 7 giugno 2018

CASO DI STUDIO ED OSSERVAZIONE DEI GRUPPI


IL CASO DI STUDIO DEL 14 APRILE 2018

Una coppia (chiamiamoli Elvira e Mario)  si presenta in Consultorio per un parere relativo al comportamento da tenere con la figlia di lei, minorenne  che vive con loro.
Lui ,quarantaduenne, non è stato  mai sposato, ha avuto diverse storie  e  dichiara di convivere  serenamente da sei anni con Elvira e la figlia di lei Marta.
Lei,  quarantenne é divorziata da dieci anni da un marito, definito possessivo ed asfissiante, ma non violento. La conflittualità era esplosa quando, per esigenze di carriera, lei  si era trasferita con la figlia Marta di appena 2 anni, in una città distante 70 Km da quella dove vivevano: questo aveva provocato la rottura del loro legame. La  figlia, ora  quattordicenne  ha la dimora principale presso di lei.
Elvira  riferisce che  va d'accordo con il padre e lo vede, secondo sentenza, ogni due w.e.  E' lui che la viene a prendere e la riporta, ma ritiene non ci sia un gran legame affettivo .
Nel colloquio appare chiaro che è stata lei a  chiedere all’attuale compagno di venire in coppia in Consultorio, perché Mario si dimostra recalcitrante a chiedere aiuto per ‘qualcosa che ancora non è successo’ e perché la figlia non è sua e pensa che dovrebbe essere coinvolto il babbo.
Elvira sbotta dicendo che il babbo non c’è ,se non ogni 15 giorni,  che se mai, fa parte del problema, e che comunque la figlia è la sua e lei ha il dovere di preoccuparsi e ritiene giusto coinvolgere Mario che vive sempre con loro  ed è di fatto un padre per la ragazza. Aggiunge che vuole  che si facciano  aiutare a parlare con lei e a farla parlare.
Il consulente invita Elvira  ad esporre il problema che la ha condotta in consultorio.
Elvira racconta che il padre di sua figlia vive da un anno con una compagna che ha un figlio diciassettenne. Marta dichiara di andare d'accordo con il ragazzo, ma non con la madre di lui. Il babbo è dispiaciuto che non ci sia filing tra la sua nuova compagna e Marta  e sospetta erroneamente che sia Elvira a parlargliene male, ma è contento che vada d'accordo con il ragazzo  per questo  favorisce il loro stare insieme, con uscite col gruppo di amici di lui. Elvira riferisce che questo la preoccupa un po’ ,data la differenza di età fra loro e la mancanza di controllo da parte degli adulti. Infatti Marta ,da qualche settimana  ha cambiato modo di fare con lei, si mostra distratta e irritabile, sta ore  chiusa in camera sua, da sola o con la sua migliore amica. Elvira, non riuscendo ad ottenere risposte dalla figlia, ha  costretto l’ amica a dirle  cosa sta succedendo a Marta.
L'amica le ha detto che il ragazzo, che vive a casa del padre,  ha fatto vedere a Marta  alcuni video ‘strani’ (ma non vuole entrare nei particolari e dire di più perchè non vuole tradirla).  Marta è stata invitata per il prossimo w.e.  ad un 'party' organizzato dal ragazzo e dai suoi amici, che l'hanno notata e vorrebbero conoscerla: è eccitata per il fatto di essere stata notata dai ragazzi 'grandi', ma non è ‘scialla’ per la novità di andare a questo party. Ha paura  di passare  male a tirarsi indietro  E’ molto confusa e passa da una decisione all’altra.
Elvira è angosciata, non può ignorare la cosa, ma non sa come fare con la figlia senza tradire le confidenze dell’amica, chiede un consiglio su cosa fare, vorrebbe ci parlasse Mario  entrando nell’argomento feste, internet, come per caso… vorrebbe portarla  a colloquio in Consultorio con la scusa che la vede  tanto agitata, vorrebbe………
scoppia a piangere singhiozzando dicendo: ho sbagliato tutto, è colpa mia.. .dovevo stare con mio marito..
 Il consulente   allora   .................................................






Il   caso è stato discusso e approfondito in 2 gruppi/ equipe.

GRUPPO 1
Il primo  gruppo è stato concorde nel riportare come prima impressione una grande confusione, tanto che abbiamo dovuto riepilogare persone e ruoli dei protagonisti del caso. E 'stata una risonanza forte, che ci ha accompagnati per tutta la discussione. Siamo stati anche colpiti dallo scarico di responsabilità, dalla solitudine, dall'impotenza soprattutto di Elvira nell'affrontare direttamente la figlia nella crescita , ma anche dal suo essere manipolatoria.
Non è chiaro il problema portato in consulenza, se di coppia o se legato alla difficoltà di relazione di Elvira con se stessa, con la figlia, con l'”esterno ”in senso ampio. E' necessario ridefinire la richiesta.
Le risorse su cui può contare il consulente sono l'accoglienza e l'ascolto di Elvira e Mario che possono diventare sostegno reciproco.
Le risorse delle persone venute in consulenza sono il fatto di aver chiesto aiuto e di essere venuti insieme e la consapevolezza della fragilità .
Il consulente può portare il caso in equipe chiedendo di essere aiutato a contenere le emozioni e il vissuto interno di confusione, grazie a un confronto che lo aiuti a restare nel qui e ora ,a capire su chi ha davanti prima di organizzare un percorso di lavoro.
Il percorso attivabile a partire dall'ascolto e dall'accoglienza è quello della ridefinizione dei ruoli. Non si devono proporre soluzioni ma esplorare il tipo di lavoro che Elvira e Mario sono disposti a fare una volta scoperte le loro differenze e le loro capacità per arrivare alla assunzione di precise responsabilità .Il percorso potrà chiarire se lavorare sulla coppia di conviventi(Elvira e Mario) o aprirsi alla coppa genitoriale (Elvira/padre di Marta).

GRUPPO 2
Il gruppo ha espresso nell’ascolto del caso: confusione, interesse, empatia e stupore, il racconto di Elvira  ha provocato sensazione di impotenza per  la complessità della situazione che pone il cambiamento della ragazzina e di paura da parte della madre perché il babbo sembra non capire e incoraggia la ragazzina in comportamenti pericolosi e non ha il coraggio di parlare con lui.
Il problema portato sembra essere la mancata costruzione della coppia genitoriale.
Il gruppo ritiene che il compagno della madre potrebbe essere una risorsa per sostenere lei  e sottolinea che andrebbe riformulato alla sig Elvira cosa intende per: ho sbagliato tutto!  e cosa le impedisce di verificare la disponibilità del padre a ricostruire la coppia genitoriale.
Il gruppo ritiene che si potrebbe contare sulla volontà della madre che vuole chiarirsi come agire, comunicare con la figlia e sul suo desiderio di mettersi in discussione chiedendo aiuto al compagno e stimolandola anche a trovare un dialogo col padre –
Ritengono che la presentazione del caso in equipe sia corretta anche se il consulente al termine dell’esposizione avrebbe dovuto esplicitare  all’equipe le sue necessità  sul tipo di aiuto che le è utile: sostegno tecnico, emotivo etc. Infine all’ultima domanda il gruppo propone di riformulare alla madre e al suo compagno la situazione portata chiedendo loro cosa pensano sia possibile fare da parte loro per migliorare la comunicazione con la ragazzina e sostenerla in questo momento ,proponendo alla madre di coinvolgere il padre  in un percorso educativo che valorizzi l’azione di entrambi i genitori senza svalutazioni e nella chiarezza degli obiettivi possibili.
 A Conclusione dell’incontro viene sottolineata   la complessità della situazione presentata  che avrebbe richiesto tempi di riflessione più ampi, ma anche l’interesse per la problematica.  

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